16 gennaio 2015

4 - Traccerò in terra un cerchio

La più introspettiva canzone de Le Urla Sui Tetti. Scritta originariamente da Fabrizio nel 2008. Daniel ne ha riscritto parzialmente la seconda strofa nel 2012.
Traccerò in terra un cerchio è una ballata e parla della necessità di fermarsi, mettere un punto. Parla dell'urgenza vitale di ricominciare, prendere per mano la propria vita e ripartire, solo dopo aver fatto pace con se stessi, solo dopo aver sconfitto i propri fantasmi e dopo aver recuperato l'equilibrio che è stato perso. Il "cerchio" può certamente essere un luogo fisico ma prima di ogni cosa è uno stato mentale.
Il pianoforte di Manuel ha un ruolo di primo piano in questa canzone, dall'inizio alla fine. Gli archi che assieme al pianoforte costruiscono l'ossatura della canzone sono di un eccezionale quartetto: Matteo Frattini (violino),  Oscar Badioli (Viola), Daniela Moroncelli (Violoncello), Paolo Petrucci (Violino). Ringraziamo ancora questi splendidi musicisti a cui dobbiamo tanto se questa canzone suona bene come a noi pare! La chitarra acustica della versione da studio è stata suonata da Tommaso "Tompa" Conti.

Curiosità: le parti di testo curate da Daniel sono state scritte a Londra, dove si trovava per lavoro, nell'aprile del 2012. Daniel racconta di aver trovato l'ispirazione  tra le panchine di Holland Park e i tavolini di una delle Bakery di Covent Garden.

Ascolta Traccerò in terra un cerchio su SoundCloud


Traccerò in terra un cerchio
 Testo: Zottola F, Fiacchini D; Musica: Le Urla Sui Tetti

Traccerò in terra un cerchio,
riuscirò a chiudere il cerchio
dentro il quale poserò il mio corpo,
smetterò di restare fuori.
Allora tutto avrà di nuovo senso,
allora tutto sarà diverso,
andare e tornare lo so
è non saper restare.

Devo farlo in fretta,
non ho più il mio tempo
il tempo è diventato di tutti
ed ho perso il mio orizzonte sicuro.
Devo farlo prima che la crosta
mi ricopra gli occhi, mi tappi le orecchie, m'inghiottisca il cuore
m’inghiottisca il cuore.

Avrei dovuto tagliare a pezzi
le catene dei miei silenzi.
Avrei potuto guardare al cielo
lasciando andare ciò che non possiedo.
Ed ora, avrò le scarpe giuste?
Devo solo fare un salto
e poi le parole torneranno ad avere
il senso compiuto delle cose sensate.

Devo farlo in fretta,
non ho più il mio tempo.
Il tempo è diventato di tutti
ed ho perso il mio orizzonte sicuro.
Devo farlo prima che la crosta
mi ricopra gli occhi, mi tappi le orecchie, m'inghiottisca il cuore
m’inghiottisca il cuore,
m’inghiottisca il cuore,
m’inghiottisca il cuore.

Traccerò in terra il cerchio,
riuscirò a chiudere il cerchio.

Nessun commento: