L'undicesima canzone di Punti di luce nel vuoto è Terra. Si tratta della seconda ballata dell'album (l'altra è Traccerò in terra un cerchio). Terra ha una storia vecchia come quella delle radici della band. Risale ai primi anni '90, un testo del Blizzard, una canzone suonata per la prima volta dagli Alternativa Budapest, proprio come "Raggi di sole" o "Perverso" (ne parleremo più estesamente quando affronteremo ottava e nona canzone). Ma a differenza delle altre Terra è rimasta la stessa, testo molto simile all'originale, stessi arrangiamenti, pochissime modifiche rispetto alla versione degli anni '90 ad eccezione dei bellissimi violini aggiunti dal nostro violinista (Matteo, "il Fratto"). Terra è la canzone più enigmatica del gruppo, Fabrizio, che l'ha scritta, spiega spesso che purezza, verità, libertà e pace sono attaccate e offuscate dal male. La "madre" terra, che agli albori era rigogliosa, feconda e pronta a dare tutto ai suoi "figli" è stata violentata e offesa. Il ritornello, cantato in prima persona, comunica il disagio di chi non accetta una condizione vissuta come, eccessiva, opprimente, insopportabile. E se invece la Terra, che è fertile, nutriente, rigogliosa ed è dunque il principio femminile per eccellenza, rappresentasse una donna e quindi la canzone parlasse di un rapporto interrotto, violato o minacciato? Ascoltatela e dategli il senso che volete... noi speriamo che vi piaccia e vi emozioni!
Terra (5:30)
Testo: Zottola F. Musica: Le Urla Sui Tetti
Salva la sindone sacra
dalla lingua di fuoco,
le mie mani l'afferrano.
Ma ho il cuore rapito,
ormai, da un sogno smarrito,
rabbia dentro me.
Il sole, le stelle,
in cielo mille lanterne
accarezzano la mia terra.
Nuda, senza pudore,
priva di calore,
rabbia dentro me.
Ma che ne so... io non riesco più a
vivere così.
Terra, terra libera.
Ma che ne so... io non riesco più a
vivere così.
E vorrei fuggire, lontano da questo
paese di persone… dalle ali rubate.
Delusa in se,
rammentando quando
ha conosciuto la sua
immagine,.
sbiadita, confusa,
gremita di ingenuità.
Non più una silfide
invaghita dell'uomo,
viva e credula
Allora ignara
di un'esistenza
distrutta dalla civiltà.
Ma che ne so... io non riesco più a
vivere così.
Terra, terra libera.
Ma che ne so... io non riesco più a
vivere così.
E vorrei fuggire, lontano da questo
paese di persone
dalle ali rubate.
Volare
lontano, lontano da questo paese… di sangue e infelicità.
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