2 maggio 2015

Le Urla Sui Tetti - Fase 2



Chi ha seguito gli eventi che hanno caratterizzato la band negli ultimi mesi avrà compreso perché questo prolungato silenzio. Per chi non conosce la storia ve la raccontiamo in poche righe.
Il 31 gennaio è uscito il nostro primo cd autoprodotto, "Punti di luce nel vuoto". Avremmo dovuto spingere sull'acceleratore e invece un'improvvisa notizia ha raffreddato i nostri entusiasmi. Matteo ci ha comunicato che se ne sarebbe andato dall'Italia, destinazione Thailandia, a vivere, cercare lavoro, ricostruire una vita che evidentemente in Italia non stava andando per il meglio. Detto fatto, Matteo è partito un mese fa, il 3 aprile 2015, alla volta di Bangkok. Abbiamo avuto il tempo di accettare l'idea di perdere il Fratto, di farcene una ragione, di organizzare un live, che si è tenuto al Gratis club di Senigallia, il 29 marzo. Il live al Gratis è stato un triplice appuntamento con la storia dei LUST: il live di presentazione di Punti di luce nel vuoto, l'ingresso ufficiale nei LUST di Tommaso Conti, alla chitarra, e l'addio a Matteo. Nel frattempo c'è il Blizzard, con sopraggiunti problemi familiari che lo stanno tenendo lontano dalla Band, anche se solo momentaneamente. Che cosa aggiungere? Si è aperta necessariamente una fase due per Le Urla Sui Tetti e i rimanenti LUST si sono adattati alle circostanze facendo quello che sanno fare meglio, reagire agli imprevisti, tirare fuori le palle e continuare a suonare, anche quando il dolore momentaneamente prende lo spazio del divertimento e della gioia.

Continueranno a risuonare le barbariche urla sopra i tetti del mondo!

31 gennaio 2015

Punti di luce nel vuoto...


Eccoci... un sogno che si realizza!
Nella prima metà degli anni 90' non era ancora arrivato internet, era certamente l'era dell'analogico che solo dopo diversi anni avrebbe lasciato spazio al digitale. A quel tempo l'idea di produrre un cd era un sogno di non facile realizzazione e si guardava con vera ammirazione a quei pochi, pochissimi gruppi che, perseverando e investendo forze e risorse, riuscivano nell'impresa. Poi è arrivato internet e le mille facilitazioni che esso ha determinato. Ma noi a quel tempo eravamo gli Alternativa Budapest, un "gruppaccio" con poche chance di riuscita, pochissimo seguito, scarse idee e anche un po' confuse. Abbiamo preso la decisione che andava presa: abbandonare le scene musicali, proseguire nella vita, ognuno per la propria strada. Il sogno di produrre un cd lo abbiamo chiuso a chiave dentro il famigerato "cassetto".
Poi "cresci", percorri la tua strada e dopo molto camminare ti guardi indietro e pensi che sì, forse è il momento di riaprire quel cassetto e vedere cosa si può fare.
Ora basta con le parole! Tutto è più semplice di quanto possa sembrare: oggi è semplicemente il giorno del sogno che diventa realtà!
Proclamiamo ufficialmente il 31 gennaio 2015 "data di uscita" di Punti di luce nel vuoto. 
Le canzoni sono tutte ascoltabili su SoundCloud, mentre l'album è nelle nostre mani: 300 copie stampate e pronte per essere diffuse!
Chi ne vuole una?



19 gennaio 2015

1 - Il cuore rivelatore

Ci siamo quasi... Punti di luce nel vuoto, autoprodotto da Le Urla Sui Tetti (LUST/AquilaBastarda), registrato, mixato e masterizzato da Alex Gregorini (Wild Street Records) è quasi tra le nostre mani.

Oggi pubblichiamo qualche informazione sulla canzone d'apertura dell'album, "Il cuore rivelatore".
Avevamo un'idea musicale che negli ultimi tempi degli Alternativa Budapest  Manuel ha presentato  al gruppo. Daniel è un amante di Edgar Allan Poe e l'idea di mettere in musica uno dei suoi racconti è vecchia come il pezzo strumentale di Manuel. Solo nel 2012 Daniel ha terminato il testo della canzone completando l'idea originaria. Bello che la band abbia deciso che Il cuore rivelatore fosse il pezzo iniziale del loro primo album è come dire: eccoci qui... partiamo ricominciando da quello che avevamo lasciato incompleto!



Il cuore rivelatore
(Testo: Fiacchini D; Musica: Le Urla Sui Tetti) 

No, non è follia, è lucida rabbia
che cresce inarrestabile, giorno dopo giorno.
Scopo non ne avevo, odio neppure,
non subivo torti, non volevo soldi.
Ma sono nervoso, lo sono sempre stato,
senso acuito, udivo l'infinito.
Così si è trasformata la rabbia in ossessione.
È colpa di un abbaglio, dell'occhio da avvoltoio.

No, non è follia, certo che non è follia,  la mia è solamente rabbia
No, non è follia, non pensare che lo sia la mia è solamente rabbia

Non è colpa mia, non è colpa sua,
È solo la rabbia che monta come onda. 
E quanta cautela, quanta accortezza
nel rendere tale il mio piano infernale,
Poi aumenta il furore per via del rumore
rumore di cuore che non so sopportare.
Imperdonabile ma inarrestabile;
uccido il vecchio immobile (uccido il vecchio immobile)

Certo incomprensibile, quasi insopportabile,
Sento il cuore battere, sento il cuore battere,
Smettila di fingere, sotto quelle tavole 
vedrai il cuore battere, vedrai il cuore battere. 

18 gennaio 2015

2 - Soldato

La seconda dell'album!
La conoscete perché l'abbiamo presentata come nostro "singolo" d'esordio.
"Smettila di vomitarmi in faccia le ragioni..."
Una canzone partorita in un pomeriggio del 2006. Fabrizio era in casa con una chitarra, un pezzo di carta e una penna... melodie e parole si sono materializzate rapidamente, una di quelle canzoni che vengono di getto e visto il risultato possiamo definirlo una sorta di "rigurgito" antimilitarista.  Una canzone che inizialmente il Blizzard pensò in versione Reggaeggiante.
Quando gli altri della band hanno ascoltato la versione originale la decisione di trasformarla è stata immediata ed ora di reggae non è rimasto più nulla... ma i LUST sperano piaccia ugualmente!

Ascoltatela bene! Soldato su SoundCloud


Soldato
Testo: Zottola F; Musica: Le Urla Sui Tetti


Soldato, smettila di vomitarmi in faccia le ragioni. 
Il cranio del tuo viso ha spento il mitico sorriso.
E adesso chiudi quella bocca con quell'alito di peste
che tanto fiato a cosa serve quando in testa non hai niente. 

Sei solo un cane che abbaia a comando, sei solamente un cane al guinzaglio, 
lasciali stare i tuoi motivi arcani, che con la guerra non si fa la pace; 
io vedo il sole, io vedo il mare, sento nell'aria quell'odore di sale 
ma suoni distorti e lontani ne confondono i silenzi.  

Soldato, smettila di agitare in aria le tue mani, 
le mie orecchie sanno bene ciò che è giusto e ciò che è male; 
adesso chiudi quella bocca con quell'alito che infetta, 
io sono immune da ogni forma di potere e onnipotenza. 

Sei solo un cane che abbaia a comando,  sei solamente un cane al guinzaglio, 
lasciali stare quei motivi strani, sai con la guerra non si fa la pace; 
roventi riaffiorano relitti dai mari spettri di navi da guerra  
la polvere del tempo cancella tracce di esseri umani sbarcati a terra. 

Sei solo un cane che abbaia a comando, sei solamente un cane al guinzaglio, 
lasciali stare i tuoi motivi arcani,  che con la guerra non si fa la pace; 
io vedo il sole, io vedo il mare, vedo uragani sopra lo stivale, 
nubi e orizzonti lontani che nascondono fantasmi… 
che nascondono fantasmi…  
che nascondono fantasmi… 
che nascondono fantasmi…

17 gennaio 2015

3 - Dipendenza

Dipendenza!
Una delle prime canzoni create dal trio Seventy Less One e immediatamente perfezionata dai LUST nei primi mesi del 2012. La canzone, al momento dell'esordio del 2012, si presentava già particolarmente definita e con una buona resa sonora, tanto che la band, nel corso della settimana precedente al suo primo live (del 3 marzo 2012, al Gratis club di Senigallia) fece ascoltare il pezzo in radio, nella trasmissione "Anteprima Scorribande" di Radio Velluto.
Daniel, che ne ha scritto il testo, ha dichiarato più volte di essersi ispirato alla sua dipendenza da nutella ;-)




Dipendenza
Testo di Fiacchini D; Musica: Le Urla Sui Tetti
         
Sei la mia dipendenza,
non posso fare senza.
Sei la mia dipendenza,
non riesco a  stare senza.

Sei la mia vita, sei la mia rovina
Sei la mia morte, sei la mia regina
Sei il mio passo falso, sei la mia condanna
Sei la mia gloria,  sei la mia fogna.       

Sei la mia dipendenza,
non posso fare senza.
Sei la mia dipendenza,
non riesco a  stare senza.

Ti odio, ti odio, di un odio profondo
Ma poi ci ricado e sei la fine del mondo.
Ti odio, ti odio, di un odio profondo,
ma poi ci ricado e sei la fine del mondo.

Sei la mia vita, sei la mia rovina
Sei la mia morte, tu sei la mia regina.
Ti odio, ti odio, di un odio profondo,
ma poi ci ricado, e sei la fine del mondo

Sei la mia prigione (sei  la  mia dipendenza)
Sei la mia terra (sei la mia dipendenza)
Sei la mia pace (sei la mia dipendenza)
Sei la mia guerra (sei la mia dipendenza)
Sei aria che respiro (sei la mia dipendenza)
ma anche il mio tormento (sei la mia dipendenza)
Sei il sole che mi scalda (sei la mia dipendenza)
ma anche il mio  lamento (sei  la mia dipendenza)

… Sei il gelido vuoto che mi lasci dentro


16 gennaio 2015

4 - Traccerò in terra un cerchio

La più introspettiva canzone de Le Urla Sui Tetti. Scritta originariamente da Fabrizio nel 2008. Daniel ne ha riscritto parzialmente la seconda strofa nel 2012.
Traccerò in terra un cerchio è una ballata e parla della necessità di fermarsi, mettere un punto. Parla dell'urgenza vitale di ricominciare, prendere per mano la propria vita e ripartire, solo dopo aver fatto pace con se stessi, solo dopo aver sconfitto i propri fantasmi e dopo aver recuperato l'equilibrio che è stato perso. Il "cerchio" può certamente essere un luogo fisico ma prima di ogni cosa è uno stato mentale.
Il pianoforte di Manuel ha un ruolo di primo piano in questa canzone, dall'inizio alla fine. Gli archi che assieme al pianoforte costruiscono l'ossatura della canzone sono di un eccezionale quartetto: Matteo Frattini (violino),  Oscar Badioli (Viola), Daniela Moroncelli (Violoncello), Paolo Petrucci (Violino). Ringraziamo ancora questi splendidi musicisti a cui dobbiamo tanto se questa canzone suona bene come a noi pare! La chitarra acustica della versione da studio è stata suonata da Tommaso "Tompa" Conti.

Curiosità: le parti di testo curate da Daniel sono state scritte a Londra, dove si trovava per lavoro, nell'aprile del 2012. Daniel racconta di aver trovato l'ispirazione  tra le panchine di Holland Park e i tavolini di una delle Bakery di Covent Garden.

Ascolta Traccerò in terra un cerchio su SoundCloud


Traccerò in terra un cerchio
 Testo: Zottola F, Fiacchini D; Musica: Le Urla Sui Tetti

Traccerò in terra un cerchio,
riuscirò a chiudere il cerchio
dentro il quale poserò il mio corpo,
smetterò di restare fuori.
Allora tutto avrà di nuovo senso,
allora tutto sarà diverso,
andare e tornare lo so
è non saper restare.

Devo farlo in fretta,
non ho più il mio tempo
il tempo è diventato di tutti
ed ho perso il mio orizzonte sicuro.
Devo farlo prima che la crosta
mi ricopra gli occhi, mi tappi le orecchie, m'inghiottisca il cuore
m’inghiottisca il cuore.

Avrei dovuto tagliare a pezzi
le catene dei miei silenzi.
Avrei potuto guardare al cielo
lasciando andare ciò che non possiedo.
Ed ora, avrò le scarpe giuste?
Devo solo fare un salto
e poi le parole torneranno ad avere
il senso compiuto delle cose sensate.

Devo farlo in fretta,
non ho più il mio tempo.
Il tempo è diventato di tutti
ed ho perso il mio orizzonte sicuro.
Devo farlo prima che la crosta
mi ricopra gli occhi, mi tappi le orecchie, m'inghiottisca il cuore
m’inghiottisca il cuore,
m’inghiottisca il cuore,
m’inghiottisca il cuore.

Traccerò in terra il cerchio,
riuscirò a chiudere il cerchio.

15 gennaio 2015

5 - First class ticket ride


First class ticket ride è stata scritta da Daniel nel 2011, di getto, in buona parte nel corso di un pomeriggio. Daniel racconta spesso di aver scritto il testo durante un viaggio in treno, mentre era diretto a Firenze per motivi di lavoro. Stava viaggiando in prima classe e questo particolare deve aver scatenato la sua fantasia. La canzone parla di una persona cambiata, in peggio, una persona che ha smarrito umanità, che ha perso il rispetto per il prossimo. Il treno diventa quindi metafora della vita. Nel ponte che unisce il secondo ritornello al solo conclusivo di chitarra l'invito del narratore, rivolto al protagonista della canzone, è un avvertimento ed un consiglio: viaggia pure in prima classe, sappi però che arriverai al termine del tuo viaggio esattamente come tutti gli altri.
Questa è una delle canzoni su cui hanno lavorato i Seventy Less One nel corso del 2011 prima che quel trio si trasformasse, ampliandosi, ne Le Urla Sui Tetti.

Curiosità: la quinta canzone dell'album è una delle più amate dalla band. Chiude di regola ogni live dei LUST ed è l'unica canzone ad essere stata sempre suonata in ognuno degli oltre venti live eseguiti dal 2012 fino ad oggi.


First class ticket ride
Testo: Fiacchini D; Musica: Le Urla Sui Tetti

Quando eri giovane
guardavi con disprezzo
le anime perdute
e i vestiti firmati,
sentivi l'esigenza
di gridare al mondo
la tua indignazione
per le differenze.

Detestavi
le odiose dipendenze,
i cellulari in mano
come fossero droga.
Detestavi
gli eccessi,
l'incolmabile distanza
tra l'oro e gli stenti.

Eri quello che eri,
ma quello che eri era ieri,
mentre dici soddisfatto ormai:
"Viaggio solo in prima classe sai?" 
First  class ticket ride...

Ed ora sguardo
che tradisce sdegno,
tutto concentrato
sul tuo regno.
Trasudi indifferenza.
Dell'uguaglianza puoi fare senza.

Questa è storia
di vita quotidiana,
di anima smarrita
sotto i massi di una frana,
di tutto, di niente, del mondo,
delle vette più alte e del fondo.

Eri quello che eri,
ma quello che eri era ieri,
mentre dici soddisfatto ormai:
"Viaggio solo in prima classe sai?"
First class ticket ride...

Prendi quel treno, prendilo pure,
scegli il vagone migliore,
ma quando arriverai a destinazione
con decine di persone
ti accorgerai ben presto
che hai corso dietro al vento,
sei stato sullo stesso treno
e non sei arrivato primo.


14 gennaio 2015

6 - Nell'indifferenza


La sesta di Punti di luce nel vuoto è Nell'indifferenza.
"Cadono a terra corpi"... così esordiva lo speaker radiofonico nella rassegna stampa della mattina di un mese invernale del 2012... Quella frase suonava così musicale che in un attimo Daniel ha avuto l'idea di scrivere una canzone sull'indifferenza, descrivendola con frasi semplici, in grado di richiamarla. Daniel ha scritto il testo avendo in mente le crude immagini del barbarico eccidio dei minatori di Pretoria del 16 agosto 2012. L'ultima frase è invece riferibile alla situazione di degrado nazionale, sociale, politico e morale, che nello stesso periodo si percepiva distintamente ogni giorno. Quelle frasi si sarebbero perfettamente unite ad un giro di accordi e un riff di chitarra su cui Manuel, Daniel e Paolo avevano già cominciato a lavorare nel 2011, insieme al bassista Simone Savini e al cantante e chitarrista Marco Paialunga. L'idea della pausa musicale che separa terza e quarta strofa è stata di Davide "Dave" Orlando, cantante e chitarrista di Bliss e Monkey Fighters (Tribute band di Nirvana e Foo Fighters), quando nell'estate del 2012 sostituì il Blizzard al microfono dei LUST.



Nell’indifferenza
Testo: Fiacchini D. Musica: Le Urla Sui Tetti
  
Cadono a terra corpi,
crivellati di colpi nell’indifferenza.

Cadono sulle genti,
le bombe dei potenti nell’indifferenza.

Cade nel vuoto silente,
l’appello del sapiente nell’indifferenza.

Cade nell’indifferenza
un Paese e la sua decenza…

… maledetta indifferenza.

 

13 gennaio 2015

7 - Inattese esplosioni

Inattese esplosioni è una canzone nata musicalmente negli anni '90, nata attorno ad un riff e a un giro di accordi su cui Daniel lavorava da decenni. Talvolta le idee musicali non si concretizzano, semplicemente perché i tempi non sono maturi, semplicemente perché non è il momento giusto. Evidentemente è accaduto proprio questo ed il momento giusto è arrivato nel corso del 2012, quando sugli accordi di LA e RE Daniel ha cominciato a costruire le frasi della prima strofa. Il testo è stato terminato nel 2013. La canzone parla di una storia d'amore che finisce inaspettatamente. Si susseguono due momenti chiave nella canzone rappresentati da strofe e ritornelli. Nella strofa sono riportati pensieri ipotetici mentre nei ritornelli è descritta la cruda realtà, che suona come la deflagrazione di un'inattesa esplosione. Paolo, Matteo e Daniel sono convinti di aver fatto un ottimo lavoro nel rendere musicalmente le esigenze poste dal testo mentre Manuel ha aperto e chiuso la canzone con le note del suo pianoforte, in un giro musicale che se non dovesse generare un po' di commozione sicuramente riuscirà a strappare qualche applauso.
Questa canzone è in assoluto la più lunga dell'album, raggiungendo quai i 7 minuti... un'eternità per una canzone, direbbe qualcuno, ma i LUST sono pronti a scommettere che non vi annoierà affatto. Fateci sapere dopo averla ascoltata!



Inattese esplosioni (6:51)
Testo: Fiacchini D. Musica: Le Urla Sui Tetti
  
Se mi avessero detto che
la nostra storia un giorno  sarebbe sfuggita di mano,
se ci avessero detto che
la nostra storia un giorno  sarebbe esplosa.
Avremmo reagito ridendo,
avremmo reagito schernendo,
avremmo reagito pensando
a quanto la gente è malvagia.

Poi, un giorno, tu mi hai detto che non provi più le stesse cose.
E quel maledetto giorno io ho scoperto che non era mio,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro.

Se  mi avessero detto che
un giorno la nostra storia sarebbe potuta finire,
Se avessi pensato più a te, forse la nostra storia 
non sarebbe esplosa.
Avremmo reagito lottando,
avremmo reagito piangendo,
avremmo reagito pensando
che un tempo ci siamo alzati in volo.

Ma, un giorno, tu mi hai detto che  non provi più le stesse cose.
E quel maledetto giorno io  ho scoperto che non era mio,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro,
nel tuo cuore c'era altro.

12 gennaio 2015

8 - Raggi di sole

Mancano pochi giorni all'uscita ufficiale di Punti di luce nel vuoto!
Oggi vi parliamo dell'ottava dell'album. Ottava nell'album ma "prima" di sempre! Infatti Raggi di sole fu la prima canzone che Fabrizio e Daniel strutturarono insieme nel 1994. Il testo era differente da quello attuale ma la struttura del pezzo, gli accordi, l'andamento delle parti vocali è lo stesso di quello odierno. In realtà molto altro è cambiato. Avevamo l'esigenza di trasformare una canzone "vecchia" in una canzone che fosse al passo coi tempi, senza snaturare la versione originaria e così abbiamo creato una nuova intro, con un giro di accordi in clean e poi un riff potente di chitarra che trascinasse fino all'inizio della strofa. Della canzone originaria sono rimasti, quasi del tutto inalterati, i ponti e i ritornelli, con lo stesso riff di tastiera di Manuel a costituire la struttura portante dei bridge (Sbarre di ferro...). Sul testo ha lavorato anche Daniel che ha modificato entrambe le strofe trasformandole dalla versione originale del Blizzard (che negli anni ha subito comunque parecchie modifiche) a quella odierna. Per questo processo di "maturazione" del testo sono state preziose le interminabili chat notturne tra Daniel e Marco Paialunga, che è stato il cantante che ha preceduto Fabrizio prima che i LUST facessero il proprio esordio nel 2012. Marco è un cantante e chitarrista di Senigallia con all'attivo due album autoprodotti ("Spudorata - Mente" e "... meglio di così..."). Raggi è stato un testo sul quale i due si sono confrontati parecchio e dallo scambio Daniel ha appreso moltissimo. Senza dubbio la versione definitiva del testo non sarebbe stata quella che potete leggere più sotto se non ci fosse stato questo scambio tra i due.
Originale...
(1) Rancore e stupore, il rimedio è nel cambiare e cancellare il passato per ricominciare. (2) Costruendo, coltivando su un deserto di sale e condannare chi è al governo e non sa governare. (3) Ipocrisia vincente nella mente della gente, demonio senza scrupolo con occhio da serpente. (4) Così giovani e confusi non sappiamo dove andare, dolore nella notte del delirio totale... 
Odierna....
(1) Rancore e stupore, il rimedio è nel cambiare e cancellare il passato per ricominciare. (2) E fuggire alla rabbia per non impazzire, sei aquila in gabbia in un deserto di sale. (3) Guardati attorno, sentiti perso, sommerso nel mare del destino avverso, (4) poi volgi lo sguardo verso un nuovo sole e tieni a mente queste parole...
La canzone parla di speranza, di risollevarsi da terra dopo essere caduti. Forse la canzone più rappresentativa di un album che presenta in copertina la luce che appare in fondo ad un tunnel.
E forse sarà una canzone nella quale qualcuno potrà rispecchiarsi, vedere riflesso un periodo nero della sua vita o i momenti difficili che ha vissuto o sta ancora vivendo. "Non può piovere per sempre" affermava Eric (Brandon Lee) nel film "Il Corvo"... era il 1994 e nei mesi che precedettero l'uscita del film il Blizzard l'aveva già scritto... "Finirà questo temporale, riposeranno le onde del mare"!
E a proposito del testo dei ponti e del ritornello, sono rimasti quelli originali, scritti negli anni '90, con unica eccezione per quel "sbarre di ferro"  del secondo bridge che Fabrizio ha trasformato in "squadre di fango" solo qualche mese fa.



Raggi di sole (4:09)
Testo: Zottola F, Fiacchini D. Musica: Le Urla Sui Tetti

Rancore e stupore
il rimedio è nel cambiare
e cancellare il passato per ricominciare
e fuggire alla rabbia
per non impazzire,
sei aquila in gabbia In un deserto di sale.

Guardati attorno,
sentiti perso,
sommerso nel mare del destino avverso,
poi volgi lo sguardo
verso un nuovo sole
e tieni a mente queste parole

Sbarre di ferro non ci fermeranno,
spicchi di luna brilleranno per noi.
Sbarre di ferro non ci fermeranno,
spicchi di luna bruceranno nel buio

Finirà questo temporale,
riposeranno le onde del mare.
Nascerà un fiore segnale di calore
e poi ci scalderanno
i raggi del sole con l'alba che verrà.

Urla alla luna
o chiama un amico
o prega più forte o impreca se serve,
ma non mollare,
no, non ti fermare,
la scelta migliore non ammette più errori.

A rancore e stupore,
alla rabbia e al dolore
per non impazzire potrai solo reagire;
a rancore e stupore,
alla rabbia e al dolore
per non impazzire farai bene a reagire.

Sbarre di ferro non ci fermeranno,
spicchi di luna brilleranno per noi.
Squadre di fango non ci fermeranno,
spicchi di luna bruceranno nel buio

Finirà questo temporale,
riposeranno le onde del mare.
Nascerà un fiore segnale di calore
e poi ci scalderanno
i raggi del sole con l'alba che verrà.


Raggi di sole. Raggi di sole. Raggi di sole. Raggi di sole.

11 gennaio 2015

9 - Perverso

La nona dell'album è Perverso. Chi ha seguito gli Alternativa Budapest a fine anni '90 potrebbe riconoscere il giro di accordi e la melodia del cantato di una canzone che si chiamava "Claudine e i suoi tormenti". Era uno dei tanti testi del Blizzard. La canzone ci è sempre piaciuta e quando abbiamo ripreso a suonare la decisione di rimettere le mani su "Claudine" è stata immediata. Ma il testo appariva un po' datato e l'argomento trattato poco in linea con gli altri pezzi. Daniel è intervenuto per portare nuova linfa al pezzo. Non si sarebbe più trattato l'argomento originario (la pena di morte), ma si sarebbe genericamente parlato di un uomo, un nemico, una persona senza scrupoli.

Versione originale...
(1) Claudine, Claudine, Claudine, (2) ma la strada del bene dimmi tu dov'è. (3) Claudine, Claudine, Claudine, (4) no che non è al di là di questa realtà. (5) Claudine, Claudine, Claudine... (6) dimmi che razza di giustizia è!
Versione attuale...
(1) No, non può finire qui! (2) Felino perverso, affamato, bastardo. (3) No che non finisce qui! (4) Felino perverso, affamato, bastardo. (5) Certo: non finisce qui! (6) No che non finisce qui!
Non criticateci per l'utilizzo del temine "bastardo".... è vero che ci riferiamo ad una persona, ma invitiamo a prendere il testo alla lettera e visto che si parla di "felino"  ... beh allora il "bastardo" (termine generico per indicare un ibrido fra due razze animali) ci sta tutto!
Curiosità: on line potete trovare il video di un piccolo spezzone di canzone, con uno special guest d'eccezione on stage... cercate (su youtube) e troverete.

Ascolta Perverso su Soundcloud


Perverso (3:58)
Testo: Zottola F, Fiacchini D. Musica: Le Urla Sui Tetti

Perverso, non c'è cosa che tenga,
no, non si può fare il gioco del lupo.
Ma quale giustizia, più una tortura
e noi siamo la cavia di divertimenti.

Intanto tutto  tace,
nessuno vuol cambiare niente.
Ma il gioco è bello se dura poco
e non voglio più scherzare.

Il felino affamato di giustizia bacata,
attacca la preda e non vuol sapere.
Il felino affamato di giustizia pagata,
sbrana la preda e chi s'è visto s'è visto

No, non può finire qui!
Felino perverso, affamato, bastardo
No che non finisce qui!
Felino perverso, affamato, bastardo
Certo: non finisce qui!
No che non finisce qui!

Ho fissato a lungo I tuoi occhi dannati
Certo, erano malati, mai così perversi,
Ho fissato a lungo i tuoi occhi velati
Persi nel vuoto, assenti, mi parlavano di vanità.

Il felino affamato di giustizia bacata,
attacca la preda e non vuol sapere.
Il felino affamato di giustizia pagata,
sbrana la preda e chi s'è visto s'è visto

No, non può finire qui!
Felino perverso, affamato, bastardo.
No che non finisce qui!
Felino perverso, affamato, bastardo
Certo: non finisce qui!
No che non finisce qui!

E non c'è cosa che tenga, no che non puoi fare come ti pare.
Felino perverso, affamato, bastardo, bestia  impazzita, che aspetti, 
sparisci, ancora sei qui?
Non può finire qui!


10 gennaio 2015

10 - Dama bianca

La decima dell'album è Dama bianca. Una canzone che ha una storia compositiva differente da tutte le altre, una delle ultime su cui abbiamo lavorato prima di terminare le registrazioni in studio. la canzone nasce quando Manuel porta nella tana dei LUST un'eccellente giro di tastiera. Ci pare subito evidente: deve essere una nostra canzone! Manuel fa un grande lavoro e nelle prove successive porta alla attenzione del gruppo un brano quasi completamente strutturato dal punto di vista musicale. Blizzard ascolta la musica proposta da Manuel e comunica di avere delle idee per le parole. La prima versione del testo non soddisfa pienamente la band; è una canzone d'amore, molto bella ma forse poco rispondente ad un pezzo dalle dinamiche musicali così incalzanti. Daniel propone alcune modifiche e, insieme, i due parolieri del gruppo completano il testo di una canzone che si trasforma da canzone d'amore a inno dell'amore platonico. Una curiosità: l'ultima strofa è stata scritta da Fabrizio e Daniel in treno, lungo la tratta Roma-Jesi che i due hanno percorso insieme sul finire del 2013.



Dama bianca (4:51)
Testo: Zottola F, Fiacchini D. Musica: Le Urla Sui Tetti

Il tempo limita lo spazio,
sei un punto fermo ma lontano,
come un fantasma mi nascondo
creando un raggio immaginario.

Castelli in aria ed io ti sogno,
in ogni luogo, ogni momento,
sei chiodo fisso nel cervello,
del mio universo tu sei il centro.

E poi l'incontro e l'emozione,
trattengo il fiato, esplode il cuore,
e riscopro  tutto a un tratto
che vivo e muoio per un gesto.

Per il mio corpo sei una scossa,
per il mio orgoglio sei la fossa.
Nella mia testa sei una favola,
arde la fiamma, soffoca l'aria. 

Resterò vigile ed accorto, nel mio equilibrio in bilico.
Ma se mi degni del tuo sguardo potrei morire, altro che no!

Vorrei rubarti tutto il tempo,
rubarti un bacio ed altri cento,
dirti ti amo ogni momento,
dirti ti voglio non sai quanto.

Vorrei spostare con le note,
quintali d’aria, alta tensione,
farti arrivare dritta al cuore,
questa catartica esplosione.

e nel frattempo resto assorto, nel mio equilibrio in bilico.
Ma se mi degni del tuo sguardo potrei morire, altro che no!

Darti la luna ti basta?
A patto che tu non sia una bugia
O una promessa lontana
Darti la luna ti basta ti basta?!
Ti do la luna e anche l’aria
sperando che tu non sia solo scia
O una promessa lontana
Darti la luna ti basta, ti basta?!

9 gennaio 2015

11 - Terra

L'undicesima canzone di Punti di luce nel vuoto è Terra. Si tratta della seconda ballata dell'album (l'altra è Traccerò in terra un cerchio). Terra ha una storia vecchia come quella delle radici della band. Risale ai primi anni '90, un testo del Blizzard, una canzone suonata per la prima volta dagli Alternativa Budapest, proprio come "Raggi di sole" o "Perverso" (ne parleremo più estesamente quando affronteremo ottava e nona canzone). Ma a differenza delle altre Terra è rimasta la stessa, testo molto simile all'originale, stessi arrangiamenti, pochissime modifiche rispetto alla versione degli anni '90 ad eccezione dei bellissimi violini aggiunti dal nostro violinista (Matteo, "il Fratto"). Terra è la canzone più enigmatica del gruppo, Fabrizio, che l'ha scritta, spiega spesso che purezza, verità, libertà e pace sono attaccate e offuscate dal male. La "madre" terra, che agli albori era rigogliosa, feconda e pronta a dare tutto ai suoi "figli" è stata violentata e offesa. Il ritornello, cantato in prima persona, comunica il disagio di chi non accetta una condizione vissuta come, eccessiva, opprimente, insopportabile.  E se invece la Terra, che è fertile, nutriente, rigogliosa ed è dunque il principio femminile per eccellenza, rappresentasse una donna e quindi la canzone parlasse di un rapporto interrotto, violato o minacciato? Ascoltatela e dategli il senso che volete... noi speriamo che vi piaccia e vi emozioni! 



Terra (5:30)
Testo: Zottola F. Musica: Le Urla Sui Tetti

Salva la sindone sacra
dalla lingua di fuoco,
le mie mani l'afferrano.
Ma ho il cuore rapito,
ormai, da un sogno smarrito,
rabbia dentro me.

Il sole, le stelle,
in cielo mille lanterne
accarezzano la mia terra.
Nuda, senza pudore,
priva di calore,
rabbia dentro me.

Ma che ne so... io non riesco più a vivere così.
Terra, terra libera.
Ma che ne so... io non riesco più a vivere così.
E vorrei fuggire, lontano da questo paese di persone… dalle ali rubate.

Delusa in se,
rammentando quando
ha conosciuto la sua
immagine,.
sbiadita, confusa,
gremita di ingenuità.

Non più una silfide
invaghita dell'uomo,
viva e credula
Allora ignara
di un'esistenza
distrutta dalla civiltà.

Ma che ne so... io non riesco più a vivere così.
Terra, terra libera.
Ma che ne so... io non riesco più a vivere così.
E vorrei fuggire, lontano da questo paese di persone
dalle ali rubate.
Volare lontano, lontano da questo paese… di sangue e infelicità.

8 gennaio 2015

12 - Le urla sui tetti

Partiamo dal fondo, dicevamo, per cui si parte dalla dodicesima dell'album. Il pezzo che chiude Punti di luce nel vuoto porta il nome del gruppo: Le urla sui tetti.
La canzone si è sviluppata attorno ai riff di chitarra di Daniel. L'intro di tastiera di Manuel è stata pensata per creare la giusta atmosfera e "lanciare" degnamente il primo riff di chitarra.
Musica e parole, in questo caso, hanno proceduto insieme, almeno inizialmente.
L'idea di partenza era quella di scrivere un pezzo che parlasse della band, esattamente come avevano fatto i Negrita nel loro album d'esordio con la canzone "Hey Negrita". Attorno a qualche frase e all'idea di ritornello, cantato come un coro da stadio, è stata costruita tutta la struttura della canzone. Una volta sistemata la parte musicale è stato completato il testo. Una scrittura collaborativa, che ha visto impegnati Daniel e Fabrizio come da tempo non accadeva. E in questo caso con mezzi nuovi, come la chat della band di Whatsapp. Le prime frasi del testo sono prese, quasi integralmente, dalla bellissima poesia di Walt Whitman: "Non lasciare che finisca il giorno senza essere cresciuto un po', senza essere stato felice, senza avere aumentato i tuoi sogni". Questa è la canzone più metal dell'album e se ha un limite è proprio quello di non rappresentare  perfettamente la band nel suo stile musicale... non importa... volevamo spingerci in questo gesto di eccesso autocelebrativo... e lo abbiamo fatto! A noi piace... fateci sapere cosa ne pensate non appena avrete modo di ascoltarla! 



Le urla sui tetti (5:44)
Testo: Fiacchini D, Zottola F. Musica: Le Urla Sui Tetti

Noi non lasciamo
finire il giorno
senza essere cresciuti un po’.

E non lasciamo che
finisca il giorno
senza cercare la felicità.

Tarpateci le ali,
noi sempre tali e quali,
non cesseremo di sognare mai.

Risuonerà per ore
il barbarico fragore,
sopra i tetti del mondo.

Siamo Le urla sui tetti del mondo noi, siamo le urla sui tetti noi...

Noi come fanti,
senza paura,
combatteremo la mediocrità.

Noi cinque santi,
senza dimora,
saremo l’urlo della verità.

Noi come tori avvinti,
serrati nei recinti,
non smetteremo di lottare mai.

Noi siamo acqua e fuoco,
violento terremoto,
punti di luce nel vuoto.

Siamo Le urla sui tetti del mondo noi, siamo le urla sui tetti noi...

7 gennaio 2015

Nei prossimi giorni...

Vogliamo scandire in modo del tutto personale il tempo che ci separa dall'uscita del nostro primo album. Lo faremo scrivendo ogni giorno un post... 12 post, tanti quante sono le canzoni di Punti di luce nel vuoto. Ogni giorno una canzone, spiegata in modo approfondito per farvi entrare nel nostro mondo, nel mondo del nostro primo lavoro di studio... Cominceremo dal fondo, dalla numero 12 dell'album... domani si comincia con "Le urla sui tetti"!